Valutazione Mario Ceroli
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Biografia
Mario Ceroli, nato a Castel Frentano (Chieti) il 17 maggio 1938, è uno dei più importanti scultori e scenografi italiani del Novecento. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma sotto la guida di maestri come Leoncillo Leonardi, Pericle Fazzini ed Ettore Colla, di cui divenne assistente, Ceroli si distinse fin dagli esordi per la sua sperimentazione con materiali poveri, in particolare il legno. Negli anni Cinquanta si dedicò inizialmente alla ceramica, ma ben presto si orientò verso il legno grezzo, utilizzando tronchi infilzati da chiodi e sagome ripetute in serie, che diventarono il suo segno distintivo. Nel 1958 vinse il Premio per la Giovane Scultura italiana alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, consolidando la sua fama nel panorama artistico nazionale.
Negli anni Sessanta, influenzato dalla Pop Art e da artisti come Louise Nevelson e Joe Tilson, Ceroli sviluppò un linguaggio scultoreo originale, caratterizzato da grandi sagome umane e oggetti quotidiani realizzati in legno, spesso ripetuti in modo seriale. Le sue opere parteciparono a importanti rassegne come la Quadriennale di Roma (1965) e la Biennale di Venezia (1966), dove presentò lavori come 'La scala' e 'Cassa Sistina'. Il suo approccio innovativo lo avvicinò alle poetiche dell’Arte Povera, di cui fu in parte precursore, pur mantenendo un legame con la cultura pop italiana. Negli anni Ottanta sperimentò anche l’uso del vetro e realizzò opere a tutto tondo, ampliando ulteriormente il suo repertorio espressivo.
Mario Ceroli ha partecipato a sei edizioni della Biennale di Venezia e a quattro della Quadriennale di Roma, e le sue opere sono oggi conservate nei principali musei italiani. Artista eclettico e innovativo, Ceroli ha contribuito in modo significativo alla riformulazione del linguaggio scultoreo contemporaneo, lasciando un segno indelebile nell’arte italiana del secondo Novecento.
Negli anni Sessanta, influenzato dalla Pop Art e da artisti come Louise Nevelson e Joe Tilson, Ceroli sviluppò un linguaggio scultoreo originale, caratterizzato da grandi sagome umane e oggetti quotidiani realizzati in legno, spesso ripetuti in modo seriale. Le sue opere parteciparono a importanti rassegne come la Quadriennale di Roma (1965) e la Biennale di Venezia (1966), dove presentò lavori come 'La scala' e 'Cassa Sistina'. Il suo approccio innovativo lo avvicinò alle poetiche dell’Arte Povera, di cui fu in parte precursore, pur mantenendo un legame con la cultura pop italiana. Negli anni Ottanta sperimentò anche l’uso del vetro e realizzò opere a tutto tondo, ampliando ulteriormente il suo repertorio espressivo.
Mario Ceroli ha partecipato a sei edizioni della Biennale di Venezia e a quattro della Quadriennale di Roma, e le sue opere sono oggi conservate nei principali musei italiani. Artista eclettico e innovativo, Ceroli ha contribuito in modo significativo alla riformulazione del linguaggio scultoreo contemporaneo, lasciando un segno indelebile nell’arte italiana del secondo Novecento.