Evaluation Giò Pomodoro
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biography
Giò Pomodoro, all'anagrafe Giorgio Pomodoro, nacque il 17 novembre 1930 a Orciano di Pesaro, nelle Marche. Figlio di Antonio Pomodoro e Beatrice Luzzi, si trasferì con la famiglia a Pesaro nel 1945, dove frequentò l'Istituto Tecnico per Geometri e apprese l'arte della cesellatura nella bottega di un orafo. Dopo la morte del padre nel 1954, Pomodoro si spostò a Milano, città in cui visse e lavorò fino alla sua morte avvenuta il 21 dicembre 2002. Nel breve periodo a Firenze conobbe l'architetto Gigliola Gagnoni, che divenne sua moglie. Giò Pomodoro iniziò a esporre le sue opere già dal 1955 in importanti gallerie italiane come la Galleria Numero di Firenze, la Galleria Montenapoleone e la Galleria del Naviglio di Milano, la Galleria del Cavallino di Venezia e la Galleria dell'Obelisco di Roma. Artista poliedrico, Pomodoro fu scultore, orafo, incisore e scenografo, considerato uno dei maggiori esponenti della scultura astratta del XX secolo a livello internazionale. Il suo linguaggio artistico si sviluppò partendo dall'informale segnico per poi concentrarsi su temi come la materia, il vuoto e la geometria, con particolare attenzione alla tensione e alla torsione nelle forme. Collaborò con il fratello Arnaldo Pomodoro e con artisti come Piero Dorazio, Gastone Novelli, Giulio Turcato e Lucio Fontana, partecipando al gruppo Continuità e alle riviste d'arte come Il Gesto.
Le sue opere, realizzate prevalentemente in marmo, pietra e bronzo, sono caratterizzate da un forte impatto visivo e da un profondo significato simbolico, spesso con il sole come elemento ricorrente. Pomodoro si dedicò anche alla realizzazione di opere pubbliche, promuovendo la fruizione sociale dell'arte, come la decorazione della piazza di Ales. La sua attività scenografica comprende collaborazioni con teatri lirici come l'Arena di Verona e la Fenice di Venezia. Giò Pomodoro morì a Milano nel 2002 a seguito di un ictus, lasciando un'eredità artistica di grande rilievo nel panorama contemporaneo italiano e internazionale.
Le sue opere, realizzate prevalentemente in marmo, pietra e bronzo, sono caratterizzate da un forte impatto visivo e da un profondo significato simbolico, spesso con il sole come elemento ricorrente. Pomodoro si dedicò anche alla realizzazione di opere pubbliche, promuovendo la fruizione sociale dell'arte, come la decorazione della piazza di Ales. La sua attività scenografica comprende collaborazioni con teatri lirici come l'Arena di Verona e la Fenice di Venezia. Giò Pomodoro morì a Milano nel 2002 a seguito di un ictus, lasciando un'eredità artistica di grande rilievo nel panorama contemporaneo italiano e internazionale.