Valutazione Luigi Montanarini
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Biografia
Luigi Montanarini, nato a Firenze il 22 luglio 1906 e scomparso a Roma il 7 gennaio 1998, è stato uno dei pittori italiani più significativi del Novecento. Figlio di Stefano, macchinista delle Regie Ferrovie, e di Maria Cianchi, Montanarini manifestò precocemente una forte inclinazione per l’arte, frequentando gli Uffizi e incontrando, nel 1925, il pittore Maurice Denis, che lo introdusse alla cultura artistica francese. Nel 1927 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove fu allievo di Felice Carena, sviluppando una profonda ammirazione per i maestri dell’Ottocento come Courbet, Cézanne e Renoir.
Nel 1928 realizzò l’opera “Apoteosi del Fascismo” per il Palazzo H del Foro Italico, una delle sue creazioni più note del periodo. Dopo aver conseguito il diploma in Pittura nel 1931, intraprese numerosi viaggi in Europa, visitando i Paesi Bassi, Zurigo e Parigi, dove entrò in contatto con artisti del calibro di Picasso, Gino Severini, Alberto Magnelli, Jacques Villon e Alfred Manessier. Questi incontri influenzarono profondamente il suo stile, spingendolo verso una pittura più europea e internazionale, pur mantenendo un legame con la tradizione italiana.
Montanarini aderì alla Scuola Romana, esponendo alla Galleria “La Cometa” di Roma, e nel 1932 fondò, insieme a Pericle Fazzini, Enrico Prampolini, Joseph Jarema e Virgilio Guzzi, l’Art Club, con sede in Via Margutta 54[3]. Nel 1956 vinse il Premio Spoleto, riconoscimento che consolidò la sua fama a livello nazionale. Dal 1965 al 1976 ricoprì l’incarico di direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma e fu membro dell’UNESCO, contribuendo alla promozione dell’arte italiana nel mondo.
La sua produzione artistica spazia dalla pittura a olio al disegno, dalla grafica alle tecniche miste, con opere presenti in importanti musei e collezioni internazionali. Partecipò a numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma.
Nel 1928 realizzò l’opera “Apoteosi del Fascismo” per il Palazzo H del Foro Italico, una delle sue creazioni più note del periodo. Dopo aver conseguito il diploma in Pittura nel 1931, intraprese numerosi viaggi in Europa, visitando i Paesi Bassi, Zurigo e Parigi, dove entrò in contatto con artisti del calibro di Picasso, Gino Severini, Alberto Magnelli, Jacques Villon e Alfred Manessier. Questi incontri influenzarono profondamente il suo stile, spingendolo verso una pittura più europea e internazionale, pur mantenendo un legame con la tradizione italiana.
Montanarini aderì alla Scuola Romana, esponendo alla Galleria “La Cometa” di Roma, e nel 1932 fondò, insieme a Pericle Fazzini, Enrico Prampolini, Joseph Jarema e Virgilio Guzzi, l’Art Club, con sede in Via Margutta 54[3]. Nel 1956 vinse il Premio Spoleto, riconoscimento che consolidò la sua fama a livello nazionale. Dal 1965 al 1976 ricoprì l’incarico di direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma e fu membro dell’UNESCO, contribuendo alla promozione dell’arte italiana nel mondo.
La sua produzione artistica spazia dalla pittura a olio al disegno, dalla grafica alle tecniche miste, con opere presenti in importanti musei e collezioni internazionali. Partecipò a numerose mostre, tra cui la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma.