Valutazione Guglielmo Janni
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Biografia
Guglielmo Janni nacque a Roma nel 1892 in una famiglia di origine benestante, figlio dell'avvocato Giuseppe Janni e di Teresa Belli, nipote del celebre poeta Giuseppe Gioachino Belli. La sua infanzia fu segnata da un'educazione severa, mitigata solo dalla prematura scomparsa della sorella maggiore. Dopo aver frequentato con successo il liceo classico Virgilio, iniziò gli studi di giurisprudenza, ma la sua vera passione lo portò verso l'arte. Studiò decorazione murale all'Accademia di Belle Arti di Roma sotto la guida di Giulio Bargellini.
Janni si fece conoscere nel panorama artistico italiano esponendo alla I Quadriennale romana, dove presentò nature morte di grande delicatezza e sensibilità tradizionale. Partecipò regolarmente alle principali manifestazioni artistiche nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia del 1936. Le sue opere spesso affrontano temi religiosi e mitologici, con influenze che richiamano Piero della Francesca, come dimostrato dall'affresco della cappella votiva per i caduti nella chiesa di San Bartolomeo a Busseto.
Critici come Roberto Longhi elogiarono la sua pittura per la sua vocazione letteraria e mitica. Dopo una crisi esistenziale nel 1937, Janni abbandonò la pittura per dedicarsi allo studio e alla pubblicazione degli scritti inediti del bisnonno, il poeta Giuseppe Gioachino Belli. Morì a Roma nel 1958 mentre lavorava a una monumentale biografia del poeta, pubblicata postuma nel 1967.
Janni si fece conoscere nel panorama artistico italiano esponendo alla I Quadriennale romana, dove presentò nature morte di grande delicatezza e sensibilità tradizionale. Partecipò regolarmente alle principali manifestazioni artistiche nazionali e internazionali, tra cui la Biennale di Venezia del 1936. Le sue opere spesso affrontano temi religiosi e mitologici, con influenze che richiamano Piero della Francesca, come dimostrato dall'affresco della cappella votiva per i caduti nella chiesa di San Bartolomeo a Busseto.
Critici come Roberto Longhi elogiarono la sua pittura per la sua vocazione letteraria e mitica. Dopo una crisi esistenziale nel 1937, Janni abbandonò la pittura per dedicarsi allo studio e alla pubblicazione degli scritti inediti del bisnonno, il poeta Giuseppe Gioachino Belli. Morì a Roma nel 1958 mentre lavorava a una monumentale biografia del poeta, pubblicata postuma nel 1967.