Valutazione Enrico Prampolini
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Biografia
Enrico Prampolini, nato a Modena il 20 aprile 1894 e scomparso a Roma il 17 giugno 1956, è stato una delle figure più poliedriche e innovative dell’arte italiana del Novecento. Pittore, scultore, scenografo, costumista, incisore, teorico e scrittore d’arte, Prampolini si distinse come esponente di primo piano del Futurismo, movimento al quale aderì già nel 1912, frequentando lo studio di Giacomo Balla a Roma, dove si era iscritto all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Duilio Cambellotti. La sua formazione fu segnata da una precoce apertura alle avanguardie europee: entrò in contatto con il Dadaismo, il Bauhaus, De Stijl, il gruppo Abstraction-Création e con artisti del calibro di Pablo Picasso, Piet Mondrian, Vasilij Kandinskij, Jean Arp, Tristan Tzara, Fernand Léger e Jean Cocteau. Questi scambi influenzarono profondamente la sua ricerca, caratterizzata da una costante sperimentazione tecnica e teorica, che lo portò a elaborare manifesti sull’arte astratta, la scenografia, la scultura e la cosiddetta “plastica cromatica”.
Fin dagli esordi, Prampolini si dedicò alla realizzazione di opere astratte e polimateriche, utilizzando tecniche come olio, tempera, gouache, acquerello e disegno. Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, il suo stile si avvicinò al Cubismo sintetico, mostrando un forte interesse per l’interazione tra musica, movimento e forma. Nel 1916 entrò in contatto con i dadaisti svizzeri e, successivamente, sviluppò le prime pitture astratte, mantenendo sempre un dialogo con le principali correnti artistiche europee. Nel 1922, insieme a Pannaggi e Paladini, firmò il Manifesto dell’Arte Meccanica, mentre nel 1929 aderì al Manifesto dell’Aeropittura Futurista.
Oltre all’attività pittorica, Prampolini fu un innovatore nel campo della scenografia teatrale e cinematografica. Nel 1917 curò le scenografie per i film futuristi Thaïs e Perfido incanto di Anton Giulio Bragaglia, creando ambienti onirici e claustrofobici che anticiparono il cinema d’avanguardia francese, russo e l’espressionismo tedesco. Fondò la rivista Noi nel 1917, collaborando con Bino Sanminiatelli e Renato Fondi, e pubblicò numerosi saggi e manifesti teorici. Trasferitosi a Parigi negli anni Venti, fondò il Teatro della Pantomima Futurista e allestì mostre nazionali di plastica murale a Genova e Roma.
La produzione artistica di Enrico Prampolini è oggi molto ricercata nel mercato dell’arte, con opere presenti in importanti aste internazionali, tra cui quelle della Casa d’Aste Colasanti, dove sono stati battuti all’incanto disegni, bozzetti e dipinti dell’artista. Tra le sue opere più celebri si ricordano Maternità cosmica, conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e una vasta produzione di collage polimaterici, visioni fantastiche e simboli del potere umano, che testimoniano la sua incessante ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Enrico Prampolini rimane una figura centrale per comprendere l’evoluzione dell’arte italiana ed europea tra le due guerre, ponte tra Futurismo, Astrazione e avanguardie storiche.
Fin dagli esordi, Prampolini si dedicò alla realizzazione di opere astratte e polimateriche, utilizzando tecniche come olio, tempera, gouache, acquerello e disegno. Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, il suo stile si avvicinò al Cubismo sintetico, mostrando un forte interesse per l’interazione tra musica, movimento e forma. Nel 1916 entrò in contatto con i dadaisti svizzeri e, successivamente, sviluppò le prime pitture astratte, mantenendo sempre un dialogo con le principali correnti artistiche europee. Nel 1922, insieme a Pannaggi e Paladini, firmò il Manifesto dell’Arte Meccanica, mentre nel 1929 aderì al Manifesto dell’Aeropittura Futurista.
Oltre all’attività pittorica, Prampolini fu un innovatore nel campo della scenografia teatrale e cinematografica. Nel 1917 curò le scenografie per i film futuristi Thaïs e Perfido incanto di Anton Giulio Bragaglia, creando ambienti onirici e claustrofobici che anticiparono il cinema d’avanguardia francese, russo e l’espressionismo tedesco. Fondò la rivista Noi nel 1917, collaborando con Bino Sanminiatelli e Renato Fondi, e pubblicò numerosi saggi e manifesti teorici. Trasferitosi a Parigi negli anni Venti, fondò il Teatro della Pantomima Futurista e allestì mostre nazionali di plastica murale a Genova e Roma.
La produzione artistica di Enrico Prampolini è oggi molto ricercata nel mercato dell’arte, con opere presenti in importanti aste internazionali, tra cui quelle della Casa d’Aste Colasanti, dove sono stati battuti all’incanto disegni, bozzetti e dipinti dell’artista. Tra le sue opere più celebri si ricordano Maternità cosmica, conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e una vasta produzione di collage polimaterici, visioni fantastiche e simboli del potere umano, che testimoniano la sua incessante ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Enrico Prampolini rimane una figura centrale per comprendere l’evoluzione dell’arte italiana ed europea tra le due guerre, ponte tra Futurismo, Astrazione e avanguardie storiche.