Valutazione Dieter Kopp
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Biografia
Dieter Kopp, nato nel 1939 a Prien am Chiemsee, in Baviera, è stato un pittore figurativo tedesco che ha scelto l’Italia come sua patria d’elezione. Dopo aver completato l’apprendistato alla Mayer’sche Hofkunstanstalt di Monaco, nel 1958 si trasferì a Parigi, dove iniziò a dipingere e a confrontarsi con la scena artistica internazionale. Dopo tre anni nella capitale francese, Kopp si stabilì a Firenze, dedicandosi principalmente al disegno e frequentando assiduamente il museo degli Uffizi per affinare la sua tecnica. Nel 1966 si trasferì definitivamente a Roma, città che divenne il centro della sua vita e della sua produzione artistica, tanto da essere considerato un artista profondamente legato alla capitale italiana.
A Roma, Dieter Kopp sviluppò una pittura caratterizzata da una grande attenzione al disegno, all’uso della tempera, dell’olio, dell’acquerello e del pastello. Le sue opere, spesso descritte come “modeste, pallide, sfumate” ma capaci di “precisarsi, farsi valere, prendere colore e risplendere col tempo”, si distinguono per una precisione velata ed elegiaca, che ricorda talvolta la pittura del silenzio di Vilhelm Hammershøi. Kopp dipinse non solo i luoghi iconici di Roma, come il Pantheon o il Foro, ma anche angoli nascosti, cortili e terrazze, restituendo un’atmosfera crepuscolare e intima della città.
Negli anni Settanta, Kopp trascorse lunghi periodi nelle isole greche di Corfù e Paros, dove realizzò grandi paesaggi en plein air, lontani dai cliché turistici, concentrandosi su scenari rocciosi e silenziosi, quasi privi di vegetazione, come nel celebre Kolimbithres-Paros del 1973. La sua prima personale romana, curata da Antonello Trombadori alla Galleria “La Nuova Pesa” nel 1974, segnò l’inizio di una carriera ricca di riconoscimenti e di mostre, tra cui la retrospettiva “Tradizione e libertà” al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2023. Critici come Vittorio Sgarbi e Jean Clair hanno sottolineato la capacità di Kopp di trasformare il reale in paesaggi mentali, proiezioni del pensiero che si collocano sulla soglia tra l’essere e l’apparire.
Dieter Kopp è morto ad Ardea nel 2022.
A Roma, Dieter Kopp sviluppò una pittura caratterizzata da una grande attenzione al disegno, all’uso della tempera, dell’olio, dell’acquerello e del pastello. Le sue opere, spesso descritte come “modeste, pallide, sfumate” ma capaci di “precisarsi, farsi valere, prendere colore e risplendere col tempo”, si distinguono per una precisione velata ed elegiaca, che ricorda talvolta la pittura del silenzio di Vilhelm Hammershøi. Kopp dipinse non solo i luoghi iconici di Roma, come il Pantheon o il Foro, ma anche angoli nascosti, cortili e terrazze, restituendo un’atmosfera crepuscolare e intima della città.
Negli anni Settanta, Kopp trascorse lunghi periodi nelle isole greche di Corfù e Paros, dove realizzò grandi paesaggi en plein air, lontani dai cliché turistici, concentrandosi su scenari rocciosi e silenziosi, quasi privi di vegetazione, come nel celebre Kolimbithres-Paros del 1973. La sua prima personale romana, curata da Antonello Trombadori alla Galleria “La Nuova Pesa” nel 1974, segnò l’inizio di una carriera ricca di riconoscimenti e di mostre, tra cui la retrospettiva “Tradizione e libertà” al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2023. Critici come Vittorio Sgarbi e Jean Clair hanno sottolineato la capacità di Kopp di trasformare il reale in paesaggi mentali, proiezioni del pensiero che si collocano sulla soglia tra l’essere e l’apparire.
Dieter Kopp è morto ad Ardea nel 2022.