Achille Pace

Achille Pace, nato a Termoli nel 1923 e scomparso a Roma nel 2021, è stato uno dei protagonisti dell’arte astratta e informale italiana del secondo Novecento. Trasferitosi a Roma nel 1935, iniziò a dipingere negli anni Quaranta, dedicandosi inizialmente al paesaggio con influenze espressioniste. Un viaggio in Svizzera negli anni Cinquanta lo portò a confrontarsi con l’espressionismo tedesco e con l’opera di Paul Klee, che influenzarono profondamente il suo percorso artistico. In seguito, l’incontro con l’Action Painting americana, in particolare con Jackson Pollock, lo spinse verso una breve ma significativa fase informale, durante la quale sperimentò l’uso di materiali tessili come il filo di cotone, integrandoli nella pittura per definire lo spazio percettivo delle sue opere.
Nel 1962, insieme ad artisti come Biggi, Carrino, Frascà e Uncini, fondò il Gruppo Uno, un collettivo che si proponeva di rinnovare il linguaggio artistico italiano attraverso la ricerca astratta e l’uso di materiali innovativi. Il gruppo, attivo fino al 1964, rappresentò un punto di riferimento per l’avanguardia romana degli anni Sessanta. Achille Pace partecipò a numerose edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma, oltre a essere presente nelle principali mostre sull’arte italiana del Novecento in Italia e all’estero.
La poetica di Achille Pace si caratterizza per l’attenzione alla leggerezza, all’impercettibile e alla ricerca di un equilibrio tra segno, colore e materia. Già nel 1957 introdusse il filo come elemento strutturale delle sue opere, anticipando tendenze che si sarebbero affermate negli anni successivi. Nel 1960 scrisse un testo fondamentale sulla sua poetica, pubblicato nel 1975 in occasione di una mostra personale a Milano, con contributi critici di Giulio Carlo Argan e Gianni Montana.
Oltre all’attività artistica, Achille Pace fu promotore culturale: fondò il Premio Termoli, che divenne un importante forum internazionale di discussione sullo stato dell’arte contemporanea. Achille Pace rimane una figura centrale per comprendere l’evoluzione dell’astrattismo e dell’arte informale in Italia nel secondo dopoguerra.